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Intervista n° 2 a Tetsuo Hara Il suo nome è ormai noto in tutto il mondo, ma i suoi fans italiani non conoscono molto di lei. Quando è nato? Sono nato a Tokyo nel 1961. Come è nata in lei la voglia di lavorare nel fumetto? Ho deciso di diventare un
mangaka dopo aver letto Sonota Kun di Jiro Tsunoda. A quando risale il suo debutto? Sempre agli anni del liceo,
quando ho lavorato assieme ad alcuni compagni di scuola alla fanzine
"Tenshinranman". Imporsi nel mercato dei manga è stato facile? No, almeno inizialmente. Di cosa parlava questa seconda storia? L'avventura ruotava attorno
a un poliziotto molto timido che cercava il metodo per catturare i criminali. E qual è stato il suo giudizio? Il suo giudizio è stato molto favorevole, ma nell'epoca Terasawa aveva già abbastanza assistenti. Mi ha comunque presentato a Yoshihiro Takahashi, dal quale ho studiato per un anno e mezzo. Durante l'apprendistato ho lavorato allo storyboard di un fumetto intitolato Super Challenger, terminato una volta conclusa la mia esperienza con Takahashi, con cui ho vinto il trentatreesimo premio Flash Jump nel 1982. Ricorda qualche aneddoto legato a questa sua prima prova da professionista? Dovevo consegnare il lavoro
con urgenza, e nel frattempo studiare per l'esame di guida. E quale, allora? Il vero debutto è stato con Mad Fighter, pubblicato nell'agosto del 1982 sullo speciale di "Shonen Jump". La storia si ispira nel titolo a Mad Max, il mio film preferito, ma è incentrata sullo scontro di due bande di motociclisti. E' un appassionato di cinema? Vado spesso al cinema e
adoro i lavori di George Lucas e Stephen Spielberg, anche se ultimamente seguo soprattutto
i film di Stallone e Shwarzenegger. Continuiamo a ricordare le tappe fondamentali della sua carriera? Dopo Mad Fighter è stata la volta di Crash Hero: di questo manga non ho firmato il soggetto, anche se ho contribuito alla stesura della sceneggiatura. Ho voluto infatti inserire la lotta in uno sport come il motocross, a cui sono molto legato. Anche Tetsu no Don Kihote prende in esame il mondo del motocross... Questo fumetto, pubblicato su "Shonen Jump", è composto da appena dieci episodi: all'epoca era assolutamente prematuro incentrare una serie sul motocross! Prima di pubblicare il fumetto , il mio redattore mi ha fatto rifare la storyboard diverse volte, ed ero stressatissimo. Per concludere il lavoro di una settimana ci mettevo in media dieci giorni... Il grande successo è arrivato con Ken il Guerriero: cosa ricorda del periodo di lavoro con Buronson? Lavorare insieme è servito a entrambi, poiché abbiamo avuto modo di crescere professionalmente. Da quanto ricordo non mi ha mai chiesto cose particolari per quanto riguarda il disegno. Ci può parlare di questa serie entrata ormai nella leggenda? In Ken il Guerriero ho
voluto rappresentare la virilità dei combattimenti. Qual è il lato meno gratificante del suo lavoro? Amo disegnare e non ho mai
incontrato particolari difficoltà nel lavoro. Prima di lavorare a Ken, però non avevo
assistenti ed ero arrivato sull'orlo di una crisi di nervi per il troppo lavoro.
Fortunatamente qualche anima buona ogni tanto mi dava una mano. Non ha mai pensato di sperimentare nuovi generi? I miei fumetti saranno sempre pieni di combattimenti. Nonostante le apparenze, non amo le crudeltà e cerco sempre di limitare la violenza gratuita per non ferire il lettore. Mi piace disegnare sia i buoni, sia i cattivi per non stancarmi con un solo tipo di personaggio, ma quando sono stanco non riesco a disegnare a lungo: i disegni ne risentirebbero! Quali sono i suoi autori preferiti? Seguo soprattutto gli autori dal disegno realistico, soprattutto Jiro Taniguchi e Ryoichi Ikegami. Programmi per il futuro? Il mio obiettivo per il
futuro è di concentrarmi sui panorami e gli sfondi, ingrandire le vignette e disegnare i
personaggi più in grande. Inoltre, voglio limitare l'uso delle vignette giocate su due
pagine, perchè nella stampa in volumetto il disegno ne risente sempre nella parte
centrale. I miei sogni nel cassetto erano di disegnare una storia ambientata nel Giappone
feudale e una di guerra, magari incentrata sul Vietnam. |
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